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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Emma Giammattei, italianista e storica della cultura, è professore straordinario presso l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, dove coordina il dottorato in Humanities & Technologies. Studiosa di Croce e della scrittura laica, dal 2002 tiene il corso di Storia della critica presso l’Istituto Italiano per gli Studi Storici. È membro del comitato scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.Nel 2017 l’Accademia dei Lincei le ha conferito il Premio per la critica letteraria. Tra le sue pubblicazioni recenti: per la collana “La letteratura italiana. Storia e testi” (Ricciardi – Istituto dell’Enciclopedia italiana) l’edizione delle Opere di Giosuè Carducci, e “Il racconto italiano della Grande guerra. Narrazioni, corrispondenze, prose morali” (1914-1921), 2015. Per la Treccani Libreria ha curato il volume “Paesaggi. Una storia contemporanea” (2019).
Taccuini in trincea: Antonio Baldini, Ardengo Soffici, Renato Serra (e M. Bloch)
La Grande Guerra costituì il primo imponente esperimento di comunicazione di massa ed impose una riformulazione complessiva dei generi e modi della scrittura letteraria. Nel nuovo circuito scrittore-lettore sollecitato dal giornalismo, è significativo il tipo di ri-uso moderno di una funzione antica e di uno strumento essenziale della scrittura autobiografica, cioè il taccuino, il quaderno di appunti: oggetti che trasmigrano nell’universo del giornale, sotto il segno della velocità imposta dall’informazione in tempo di guerra. Nella dimensione della letteratura – qui analizzata nei testi scritti in trincea da A. Baldini, L. Ambrosini, A. Soffici, R. Serra – il taccuino, la penna, il lapis, la posizione precaria dello scrivente, compaiono nel campo della narrazione. E gli scrittori rileggono i propri taccuini, per svolgerne subito, come corrispondenza di guerra, e/o in seguito, come memoria, testi compiuti. Per comunicare ed esprimere quale realtà? Stupefacente, quasi inverosimile, frammentata in schegge, difficile da ricordare perché difficile da comprendere e da dire.